C'era una volta, un folletto di Villa Gobernador Galvez di nome Ezequiel Lavezzi, che tutti chiamavano semplicemente Pocho. Era un ragazzo timido ed introverso, ma che fin da bambino, aveva un unica ambizione nella sua vita.........Quale? Quella di giocare al pallone! Man mano che diventava grande, anche la sua passione per il calcio aumentava sempre di più. E fu proprio quel suo grandissimo amore, unito ad una fortissima determinazione, che lo portarono finalmente un giorno a calcare i campi di calcio. Cominciò presto il piccolo Pocho, già all'età di 12 anni scorrazzava in lungo e in largo sui campi di gioco della sua Argentina. Impressionava in quanto a velocità e doti tecniche, quelle stesse doti che lo portarono un giorno, a conquistare il torneo di clausura 2007 con la maglia del San Lorenzo de Almagro! A quel punto il giovane Pocho decise che ormai l'Argentina gli stava stretta voleva sfondare, aveva voglia di altri stimoli, sfide diverse, nuove avventure e altri palcoscenici in cui farsi applaudire, osannare, amare. Era come un gladiatore, che non aspetta altro che scendere nell'arena per combattere. Aveva in corpo così tanta grinta ed esplosività, che avrebbe voluto spaccare il mondo! Le idee le aveva molto chiare il nostro furetto argentino, voleva attraversare l'atlantico ed approdare nel vecchio continente. Quell'Europa che per tutti i calciatori sud americani, è terra da conquistare se si vuole avere la consapevolezza, di essere davvero diventati calciatori con la C maiuscola......La vedono da lontano di riflesso nelle onde dell'oceano che li divide, sanno che tutti gli sforzi, ogni singola goccia di sudore versato e tutti i sacrifici compiuti, saranno stati fatti solo per riuscire a raggiungere quella terra promessa, in cui fortuna e gloria, ricompenseranno in toto ogni loro abnegazione. Ma questo lo sapeva bene anche il nostro Ezequiel! Ci andò vicino quando 2 anni prima nel 2005, accarezzò il sogno di giocare in Italia, in quel Genova neo promosso in A pieno di nuovi stimoli, nuove ambizioni e con un Preziosi che voleva fare le cose in grande. Infatti decise di puntare su quel giovanotto dalle belle speranze proveniente da terre lontane. Ebbe un brutto risveglio però il Pocho e a causa della retrocessione in C1 per illecito sportivo della squadra Ligure, dovette rientrare in patria. Riuscì a non abbattersi però, tenne duro e dopo un periodo non proprio felice, dove addirittura pensò di lasciare il calcio, finalmente il 6 Luglio del 2007 riuscì a coronare il suo sogno.
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Presentazione di Lavezzi e Hamsik |
Era una calda e assolata giornata d'estate, in una sala del Holiday in di Castel Volturno, con la faccia spaesata ed il suo fare introverso, cominciò la sua avventura alla corte del Napoli. Qui amici miei, inizia una storia nella storia. Quella di un funambolo del pallone, che mi ha fatto innamorare calcisticamente di lui! Ricordo ancora come se fosse ieri, il giorno della sua presentazione nella sede di Castel Volturno. C'eri tu tracagnotto non proprio col fisico da calciatore, ecco diciamo simpaticamente un pochettino fuori forma. Con te c’era un giovanotto di nemmeno 20 anni, un certo Marek Hamsik un altro che poi avrebbe fatto molto parlare di se! Eravate quasi degli sconosciuti. Come si dice al giorno d'oggi, giovani di belle speranze. E devo dire che quelle speranze non sono state affatto disattese! Ricordo anche che dietro il tuo approdo a Napoli, mio caro Pocho, ci furono non poche polemiche. Noi tifosi ingordi Napoletani, eravamo appena ritornati in serie A. Pretendevamo, come se poi ci fosse quasi dovuto, che il presidente facesse una campagna acquisti stellare, neanche ci dovesse comprare Messi e Cristiano Ronaldo insieme. Invece arrivasti tu! Questo sconosciuto dal campionato argentino che nessuno aveva mai sentito nominare, non avevamo visto che qualche video su youtube. Promettevi bene grande corsa buona tecnica, ma noi volevamo i nomi altisonanti giocatori già affermati e di sicuro affidamento. Ti studiò bene l'allora Dg Pierpaolo Marino, riuscì ad essere lungimirante, vedere oltre il tuo sovrappeso e intravide in te quella scintilla di follia, che poi ti ha caratterizzato in tutti questi anni napoletani. Ti volle portare fortemente e a qualsiasi costo all’ombra del Vesuvio e fu proprio per questo motivo, che il nostro approccio nei tuoi confronti non fu proprio dei più semplici. Ma bastò poco tempo e qualche tua giocata a farci cambiare completamente idea nei tuoi confronti.
Un primo saggio della tua bravura, ce lo desti in coppa Italia contro il Pisa, mettesti a segno una tripletta e cominciammo ad intravedere davvero quali erano le tue potenzialità. Ma la scintilla della tua follia si accese alla seconda giornata di campionato, quando in un Udinese Napoli facesti letteralmente impazzire la difesa avversaria. Eri imprendibile un indemoniato, cercarono di arginarti ma non ci fu verso, servisti assist e segnasti anche un gol. Alla fine il risultato fu Udinese 0 Napoli 5 e li iniziò la storia d’amore tra te ed il calcio Napoli. In quella gara capimmo che eri davvero un fuori classe, avevamo un tesoro tra le mani che non poteva far altro che migliorare sempre di più! Non sei un tipo che segna tanto, infatti nei tuoi 5 anni Napoletani hai avuto sempre una media di 10 gol a stagione, ma il tuo lavoro in campo è fondamentale e quando mancavi si sentiva davvero tanto. Quando parti in velocità e punti un avversario sei inarrestabile, crei quella superiorità che è fondamentale nel gioco di qualsiasi squadra, e metti in condizioni gli attaccanti di andare in gol. Ma non voglio stare qui a rimembrare ogni tua gesta caro il mio Pocho, di emozioni ce ne hai date tante. Dai gol che ci hanno portato in Europa ai primi in Champions league di quest’anno fino ad arrivare all’ultima goccia di sudore versata con la maglia azzurra addosso, nella grandissima finale di coppa Italia del 20 Maggio scorso.
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Vogliamo ricordarti sempre così Pocho! |
Come sempre non ti sei risparmiato nemmeno in quell’occasione, hai dato tutto fino all’ultimo ed alla fine quelle tue lacrime hanno detto tutto. Non era un pianto di gioia per il titolo vinto no, nei tuoi occhi si vedevano già scorrere tutte le cose belle che hai fatto in questi tuoi anni napoletani. E sapevi benissimo che eri arrivato all’epilogo della tua storia d’amore col calcio Napoli. Eri al capolinea di quel autobus azzurro su cui eri salito 5 anni fa, e da cui noi tifosi napoletani speravamo non scendessi mai. Ma come si dice d’altronde! “le cose belle prima o poi finiscono”. In questi giorni tante persone stanno dicendo brutte cose su di te, molte lo fanno solo perché non vogliono accettare la tua partenza, altre per denigrarti solamente. Ma io mi chiedo come si può anche solamente pensare di parlare male di te caro il mio Ezequiel. In questi tuoi 5 anni napoletani ci hai fatto divertire, ci hai emozionato e con quelle tue giocate folli e guizzanti spesso ci hai anche lasciato a bocca aperta. Devo dire che certi paragoni non si erano mai fatti per nessun a Napoli, anche perché non si può mischiare il sacro al profano, ma a volte ci hai davvero ricordato i bei tempi di Diego. Da parte mia Pocho voglio solo ringraziarti, mi hai reso ancora più fiero di essere tifoso del Napoli, e dopo tanti anni bui con addirittura un fallimento e la serie C, finalmente ci hai fatto togliere qualche bel sassolino dalle scarpe. Avrei ancora voluto vederti scorrazzare in lungo ed in largo nel San Paolo, per regalarmi quell’emozione che davvero partiva da dentro quando ti vedevo fiondarti palla al piede, ma ahimè questo non sarà più possibile. Adesso allieterai altre platee ed altri tifosi come me si innamoreranno di te, per questo non mi resta che farti il mio più grosso in bocca al lupo e come spero che tu faccia, porterai sempre Napoli e noi tifosi napoletani nel profondo del tuo cuore. Come si dice dalle tue nuove parti, au revoir Lavezzi sii sempre te stesso e ricordati che sarai sempre il nostro Pocho loco.